CENTRO DI MEDICINA PERSONALIZZATA PER I DISTURBI D'ANSIA E DI PANICO PRESSO GLI OSPEDALI E I POLIAMBULATORI DEL GRUPPO HUMANITAS

Perché i disturbi d’ansia?
 
I disturbi d’ansia sono i disturbi mentali più presenti nella popolazione generale. Si pensi che dalle ultime stime pubblicate, circa 1 persona su 3 ha avuto l’esperienza di un disturbo d’ansia che equivarrebbe a un numero di persone soltanto in Italia superiore ai 20 milioni. E nonostante spesso la presenza di un disturbo d’ansia venga sottovalutata come un disturbo “minore”, gli studi indicano che rappresenta la più elevata fonte di disabilità nei paesi industrializzati.
Il vero motivo per cui i disturbi d’ansia sono così importanti è legato alla grande sofferenza che inducono. Questa sofferenza è particolarmente forte proprio perché colpiscono persone altrimenti assolutamente normali e consapevoli e dunque persone che sentono le limitazioni e il disagio legato al disturbo in maniera molto chiara.
I disturbi d’ansia colpiscono al cuore uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano. Il diritto alla libertà. Libertà di muoversi ed essere autonomi, libertà di scegliere dove andare, libertà di incontrare altre persone, libertà di cogliere le occasioni che la vita pone di fronte, libertà di rischiare e, in ultima analisi, la libertà di decidere e lottare per la propria felicità.
 
Qual è la situazione del trattamento dei disturbi d’ansia e di panico in Italia?
 
Nonostante esistano chiare linee di guida internazionali che definiscono i trattamenti “evidence based”, cioè dimostratisi efficaci in studi clinici controllati, nella pratica clinica troppo spesso vengono utilizzati farmaci o combinazioni di farmaci che non hanno un reale efficacia e psicoterapie che non hanno sufficienti evidenze scientifiche di essere realmente efficaci nel trattamento dei disturbi d’ansia. A tutt’oggi, in generale, per il trattamento dei disturbi d’ansia sono preferibili i cosiddetti inibitori della ricaptazione della serotonina e gli inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina e altri farmaci che agiscono su trasmettitori differenti. Una delle categorie di farmaci che vengono troppo spesso utilizzate in maniera inappropriata nel trattamento dei disturbi d’ansia e di panico sono gli antipsicotici atipici e tipici che, nella stragrande maggioranza dei casi, non sono efficaci e hanno importanti effetti collaterali. Accanto a questi anche l’uso di stabilizzanti dell’umore deve essere valutato attentamente essendo spesso prescritti senza una valida ragione clinica. Per quanto riguarda la psicoterapia è bene chiarire che nel trattamento dei disturbi d’ansia e di panico, l’unica psicoterapia dimostratasi chiaramente efficace è la psicoterapia cognitivo comportamentale “classica”.
Infine, troppo spesso, anche quando vengono scelti i farmaci corretti, il dosaggio è insufficiente e la durata della terapia anche oppure vengono mantenuti dosaggi insufficienti per lunghi tempi. E’ importante sottolineare che il dosaggio della terapia farmacologica deve essere aumentato gradualmente fin tanto che non si raggiunga la scomparsa dei sintomi core dei disturbi d’ansia trattati e qualora non si vedano chiari risultati positivi nell’arco di 3 mesi dal raggiungimento del dosaggio pieno è opportuno considerare un cambio di terapia. Analogamente non basta essere seguiti da uno psicoterapeuta etichettato “cognitivo-comportamentale” ma bisogna che lo stesso applichi i protocolli validati scientificamente che trovano nell’esposizione comportamentale e nei “compiti a casa” gli ingredienti principali.
Tuttavia, anche quando si applichino le terapie dimostratesi efficaci, non sempre vengono ottenuti risultati positivi e spesso non si restituisce al paziente il benessere completo, e quindi la sua libertà. 
 
Perchè curare i disturbi d’ansia con terapie farmacologiche e psicoterapie di dimostrata efficacia non basta più?
 
Applicare le cure che la scienza dimostra essere più efficaci almeno del placebo, cioè cercare di applicare una terapia “evidence based” che, in poche parole, non si basi soltanto su un effetto psicologico di suggestione, è un primo passo essenziale per superare un disturbo d’ansia.
Il trattamento con interventi “evidence based” garantisce un miglioramento nella maggior parte dei pazienti ma molto spesso, di per sé stesso, non permette dia tornare a star bene al 100% e inoltre, una percentuale rilevante di persone non rispondono al trattamento “evidence based”. Quasi tutti gli studi clinici randomizzati e non, sia per quanto riguarda sia le terapie farmacologiche che per quelle psicoterapiche, non prendono come misura della riuscita di una terapia il ritorno completo ad uno stato di benessere ma semplicemente un parziale miglioramento. L’obiettivo di questi studi è il miglioramento clinico (star meglio o meno peggio…) e non un ritorno alla normalità al 100% (star bene!)
Applicare le terapie “standard” di dimostrata efficacia non può garantire il ritorno a uno stato di benessere pieno per ogni paziente.
 
Quale potrebbe essere il prossimo passo avanti nella cura dei disturbi d’ansia? 
 
Parlare di “ritorno al futuro”, riprendendo il titolo di un film famoso degli anni ottanta, potrebbe essere il modo migliore per segnare la strada che potrebbe aumentare, anzi aumenterà, la possibilità di garantire alla maggior parte dei pazienti il ritorno a uno stato di benessere completo minimizzando anche gli effetti collaterali delle terapie farmacologiche e non.
Da sempre ogni clinico, man mano che acquista esperienza, utilizza sempre meno i manuali e sempre di più la propria esperienza clinica personale che gli permette di inquadrare il paziente sulla base dei modelli che ha affinato negli anni e di scegliere la terapia più adatta per il paziente al di la delle linee guida. Questo modo di procedere garantisce velocità nelle decisioni e l’utilizzo della saggezza clinica sviluppatasi con il tempo ma nasconde uno dei più grossi pericoli per la salute di ogni paziente: il cosiddetto “bias confirmatorio” cioè la tendenza di ognuno di noi di vedere ciò che conferma le nostre convinzioni e non vedere ciò che va contro a queste. In poche parole, siamo ciechi di fronte alle prove che contraddicono le nostre convinzioni e diventiamo autoreferenziali soprattutto quando ci sentiamo degli esperti.
L’antidoto a questo pericolo è lo sviluppo di un approccio personalizzato, sartoriale che possa prendere spunto dall’esperienza clinica ma trovi nella scienza un garante imparziale capace di evitare che l’opinione personale e la tendenza a vedere solo ciò che ci fa sentire esperti possano condurci su strade diagnostiche e terapeutiche sbagliate, che alla fine saranno i pazienti che pagheranno.
La medicina personalizzata è il nuovo approccio che integra e supera la medicina evidence based per considerare ogni singola persona come un’entità complessa che non può ridursi a una semplice diagnosi ma, a partire da questa, viene definita da tutte quelle informazioni individuali (genetica, psicofisiologia, neuropsicologia, ematochimica, esperienze traumatiche ma anche aspetti spirituali) che permettono di creare un profilo sartoriale della condizione patologica che ha colpito “quella” persona. Questo permette una scelta personalizzata del trattamento capace di integrare aspetti farmacologici, psicoterapeutici e altri interventi terapeutici sullo lo stile di vita massimizzando il risultato della terapia e minimizzando effetti collaterali e rischi ad essa connessa.
Dunque, non più la terapia come un abito standard a cui il paziente deve adattarsi ma un abito sartorialmente definito che si adatta alle caratteristiche individuali di ogni paziente.
 
Cosa vuol dire curare chi soffre per un disturbo d’ansia con la medicina personalizzata?
 
Innanzitutto, vuol dire ricordarsi che soltanto il paziente ha esperienza di quello che prova, dunque bisogna partire dall’ascoltare e una volta fatta un’ipotesi diagnostica, discutere con il paziente se questa ipotesi sia valida o meno. Se alla nostra restituzione il paziente non è completamente d’accordo è opportuno ascoltarlo ancora fino a quando non vi sia completo accordo tra l’ipotesi diagnostica da noi proposta e la percezione da parte del paziente di essere stato pienamente compreso. Una volta formulata una diagnosi sarà importante raccogliere le informazioni, sia con il colloquio che con eventuali altri esami ematochimici e strumentali, che serviranno a permetterci di comprendere “quel” paziente e quindi tracciare il suo profilo personalizzato che parte dall’ipotesi diagnostico per includere una serie di aspetti ed esperienze personali che saranno determinanti per scegliere sartorialmente la cura più idonea per quella persona che possa massimizzare il suo benessere e minimizzare gli effetti collaterali.
Nel caso specifico dei disturbi d’ansia, per esempio, sarò importante valutare il profilo dei sintomi (es. respiratori, cardiovascolari, vestibolari, da depersonalizzazione), il profilo psicofisiologico (es. variabilità cardiaca, funzionalità posturale, pattern respiratorio), il profilo ematochimico (es. indici infiammatori, indici lipidici, indici di iperventilazione). Accanto a questi possono essere utili anche valutazioni delle immagini cerebrali e l’assetto neuropsicologico e personologico. E’ vero che la solidità e l’affidabilità di una scienza della personalizzazione delle cure nei pazienti cin disturbi ansiosi ha ancora una lunga strada per diventare prassi clinica ma gli elementi che la ricerca scientifica ci propone sono tali da permetterci di iniziare fin d’ora questo percorso. Anche un 5% di miglioramento clinico in più e un 5% di effetti collaterali in meno possono influire sulla qualità di vita e fare la differenza tra stare cronicamente meno peggio ma ancora condizionati da un disturbo d’ansia al sentirsi bene liberandosi dai condizionamenti che i disturbi d’ansia impongono.
 
Perché scegliere l’equipe di Humanitas del Centro di Medicina Persoanalizzata sui Disturbo d'Ansia e di Panico ?
 
L’equipe è diretta dal Prof. Giampaolo Perna, uno dei massimi esperti internazionali sui disturbi d’ansia che si è dedicato ai disturbi d’ansia da oltre 30 anni come clinico, ricercatore e docente come dimostrato dalla sua storia professionale:
1. Negli oltre 30 anni di esperienza clinica nella diagnosi e cura dei disturbi d’ansia non ha mai smesso di visitare personalmente almeno 30-40 pazienti ogni settimana e ha diretto centri per i disturbi d’ansia di istituzioni prestigiose come L’Ospedale San Raffaele a Milano e le Suore Ospedaliere a Milano e a Como.
2. Da alcuni anni, l’agenzia di rating americana Expertscape, valutando la ricerca scientifica effettuata negli ultimi 10 anni, ha identificato il Prof. Perna come il massimo esperto scientifico Italiano ed Europeo del disturbo di panico e tra i primi tre a livello mondiale, come pure uno dei 3 massimi esperti Italiani di disturbi d’ansia. In oltre 25 anni di attività scientifica il Prof. Perna ha pubblicato oltre 200 articoli scientifici in riviste quotate nel prestigioso Journal of Citation Reports e a tenuto più di 90 relazioni a convegni nazionali e internazionali prevalentemente sui disturbi d’ansia.
3. Il prof. Perna uno dei riferimenti mondiali della medicina personalizzata essendo dal 2015 il Chair della Sezione sulla Psichiatria Personalizzata della Associazione Psichiatrica Mondiale (WPA) e Co-editore capo della rivista scientifica internazionale “Personalized Medicine in Psychiatry” pubblicato dal massimo editore scientifico mondiale (Elsevier).
4. A livello universitario, il prof. Perna ha insegnato in 7 diverse università nazionali ed internazionali e attualmente è professore presso Humanitas University (Milano), l’Università di Miami (USA) e l’Università di Maastricht (Olanda).
Dell’equipe del prof. Perna fanno parte psichiatri e psicoterapeuti che applicano metodi scientificamente validati nel trattamento dei disturbi d’ansia e collaborano con lui da oltre un decennio avendo sviluppato una grande esperienza clinica e scientifica.
 
Che messaggio di speranza possiamo lanciare ai milioni di Italiani ancora prigionieri dell’ansia?
 
Cari ansiosi, non accontentatevi di stare meglio, pretendete di star bene. Oggi la scienza ha gli strumenti per aiutarvi a ritrovare la libertà che i disturbi d’ansia vi hanno tolto. Fidatevi della scienza e di chi propone terapie scientificamente dimostratesi efficaci. Non siete soli visto l’esercito di ricercatori che ogni giorno di impegnano a studiare questi disturbi pubblicando ben 20 nuovi studi scientifici ogni giorno.